mercoledì 29 gennaio 2014

DANZA MACABRA: da Camille Saint-Saëns ad Alberto Martini


La Danza Macabra è stata eseguita per la prima volta il 25 gennaio 1874 ai Concerts Colonne di Parigi, dove qualche settimana prima era stato presentato il "Phaéton op. 39", il secondo lavoro del genere di Camille Saint-Saëns. Tra le numerose fonti d'ispirazione - la danza macabra, amata dall'iconografia medievale, fu soggetto ispiratore di musiche (Totentanz di Liszt, ad esempio) e trasfigurazioni letterarie (come La maschera della morte rossa di Edgar Allan Poe) - il compositore si rivolse al poemetto grottesco di Henri Cazalis che sulla scorta della rinomata ballata di Goethe aveva creato una scena parodistica in cui la morte suonava un violino scordato in un cimitero. La musica di Saint-Saëns non accoglie le ordinarie suggestioni demoniache ma prende le mosse dall'originale rilettura per cercare il "caratteristico" in una strumentazione ammiccante e spiritosa.


Qui è la traduzione italiana del testo di Henri Cazalis.
« I raggi della luna filtrano a intervalli fra nuvole a brandelli. Dodici cupi rintocchi risuonano dal campanile della chiesa. Svanito l'ultimo di essi, si odono strani rumori dall'attiguo cimitero, e la luce della luna investe una fantomatica figura: la Morte, che suona il violino, seduta su una pietra tombale. Si odono strida dai sepolcri circostanti e il vento ulula fra le cime degli alberi spogli.
Le note sinistre dello scordato violino della Morte chiamano i morti fuori dalle tombe; e questi, avvolti in bianchi sudari, volteggiano attorno in una danza infernale. La quiete del sacro recinto è distrutta da grida sorde e risa orribili. La ridda degli scheletri, col rumore secco delle ossa, diviene sempre più selvaggia, e la Morte, nel mezzo, batte il tempo col suo piede scricchiolante di scheletro. Improvvisamente, come presi da un sospetto terribile, i morti si arrestano. Nel vento gelido si sentono le note della Morte. Un fremito percorre i ranghi dei trapassati: i teschi sogghignanti si rivolgono in ascolto verso la pallida luna. Ma le note stridenti della Morte di nuovo rompono il silenzio, e i morti riprendono a danzare più selvaggiamente di prima. L'ululo del vento si unisce al coro dei fantasmi, gemendo fra i rami nudi dei tigli. D'improvviso la Morte smette di suonare, e nel silenzio che segue si ode il canto del gallo. I morti si affrettano verso le tombe e la fatale visione svanisce nella luce dell'alba. »

I dodici rintocchi della mezzanotte sono eseguiti pizzicando una corda d'arpa (quella del Re).
Si odono strani passi nel cimitero, riprodotti da un contrabbasso pizzicato e allora appare la Morte che suona il violino. Il violino della Morte, oltre ad avere la corda più alta "scordata" appositamente, suona anche il tonalità sbagliata: infatti esegue degli accordi di Mi minore, mentre il brano è in Mi maggiore. Questo tema, il tema del richiamo, rappresenta la Morte che accorda il violino ed è costituito da tre suoni: Re, Mi bemolle e Sol.
Il tema A rappresenta i corpi dei defunti che si levano dalle tombe. Tutta la melodia si svolge sulla successione cromatica di sei semitoni: Sol, La bemolle, La, Si bemolle, Si e Do. Inizia con un'introduzione "spettrale" del flauto accompagnato dall'arpa per poi passare agli archi. Una terzina di timpani e riappare la Morte che comincia a suonare la sua lamentosa melodia con il suo violino scordato. Gli scheletri escono dalle tombe: sono rappresentati dal flauto e dopo la loro introduzione sulla scena riappare il violino della Morte. Avvolti in bianchi sudari si mettono a ballare forsennatamente: questa scena è descritta dal violino e dall'orchestra, sotto i rintocchi cadenzati del triangolo e dei timpani, tutti in fortissimo.
La danza vera e propria è formata da contrabbassi e violoncelli (sempre in fortissimo) che ripropongono il tema B inframmezzati da suoni "animaleschi" degli ottoni: le grida e le risa dei defunti. Nel quadro successivo riappare il tema A suonato dal violino scordato della Morte e a intervalli si presenta lo xilofono, una rappresentazione comica del rumore secco delle ossa degli scheletri che danzano. Il tema B diventa una fuga, una variazione sul famoso tema del Dies irae, suonato da tutta l'orchestra e poi presentato prima dai legni e poi dai tromboni. Un'altra variazione sul tema B: introduzione del violino, passaggio ai legni, ritorno al violino e ripresa da tutti gli archi. Il silenzio è rotto dalla Morte che riprende a suonare prima il tema A e poi il tema B, sotto forma di canone, presentato da violino, trombe e xilofoni. A questo segue un breve tema di passaggio eseguito dall'orchestra al completo, poi decrescere in un pianissimo: l'orchestra ripropone frammenti del tema A interrotti dal rullare in crescendo dei timpani. Il tema passa poi alle trombe.
Inizia un folle crescendo: gli archi imitano le folate del vento mentre il violino scordato suona di nuovo il tema A e il tema B (quest'ultimo variato): il crescendo arriva a un fortissimo, fatto dalla sovrapposizione del tema A suonato dagli archi e del tema B, riproposto dagli ottoni, il tutto scandito dall'assordante esplodere degli archi. Persino il vento (rappresentato ancora dagli archi) si unisce al coro degli spiriti (orchestra). Improvvisamente si arresta tutto. Si sente solo un oboe, che rappresenta il canto del gallo, ovvero l'alba. Un rabbioso colpo di timpani e il tremolo d'archi segna la fine della ridda e la Morte, vinta dall'arrivo dell'alba, suona il tema conclusivo con il suo scordato violino. La scena (e la composizione) si conclude con un pizzicato d'archi.

Il titolo “Danza Macabra Europea”, assegnato alle “allucinanti litografie colorate” ricorda il tema medievale del memento mori, trasmesso nelle predicazioni e nelle rappresentazioni artistiche dopo le terribili epidemie di peste che in Europa fecero milioni di morti; ma la serie di Martini “ci immerge in un universo di miasmi “in cui la distruzione si coniuga con la riesumazione e i morti interagiscono con gli zombi”.
Scopo dell’iniziativa di Alberto Martini, quasi un unicum in tutto il suo percorso artistico, era denunciare e riuscire a divulgare tra le forze alleate e tra i soldati al fronte, con un mezzo facile come la cartolina postale illustrata a colori, gli orrori commessi durante la guerra dall’Impero austro-ungarico, soprattutto nei confronti del neutrale Belgio, spesso simboleggiato da un bimbo dalle mani mozzate. Le cartoline, dal tratto accurato e dal contenuto fortemente dissacratorio, cariche di simboli e riferimenti a fatti e personaggi, con accese tonalità, sono a sfondo decisamente macabro e colpiscono l’attenzione per la feroce e graffiante grafica del disegno. Con in calce didascalie in italiano e francese, queste poco rassicuranti cartoline, stampate in 450.000 esemplari, ebbero grande fortuna editoriale e furono spedite tra il 1914 e il 1916 un po’ dovunque in Europa, ma soprattutto inviate al fronte, sensibilizzando l’opinione pubblica italiana ed internazionale sulle atrocità della guerra che, con il massacro di soldati e civili, costituiva una vera danza macabra europea.
Prologo.
Il prologo rappresenta la repressione politica con la forca e la scure.  Il vecchio Francesco nel bosco degli impiccati abbraccia la prima attrice della danza macabra europea.
La preghiera dell'imperatore
Ai piedi della croce gli imperatori pregano sinceramente. Ma al posto di Cristo, minacciosa, la morte grida: "Tartufi"   Nel fondo arde una città, e un rivolo di sangue lorda gli Augusti piedi; mentre il G napoleonico brilla... sulla punta dell'elmo.
Il guado del sangue belga.
Il macabro, caudato stimolatore non combattente Guglielmo, cavalcando un gigantesco, assetato centauro teutonico, guada l'eroico sangue belga.
I figli e i focolari del Belgio.
Uno stormo di vampiri decorati, danza intorno all'albero del sacrificio, alla madre dal ventre fucilato, al giovane decapitato, alla vergine immolata, all'infanzia calpestata sulla via sanguinante di Lovanio.

Patriottismo.
Les alboches !  Il suolo francese è irto di chiodi teutonici. Bisogna falciarli tutti. Il cuore sanguinante della Francia serve ad affilare la vecchia falce del 70!



l'ombra di Banco e le catene di Napoleone.
Il famelico Imperatore, divora giovani, cuori e vino di vena.  Quando appare sul piatto l'ombra di Banco.  Poincaré.  E la forte Inghilterra al grido War ! War ! (guerra, guerra!) colle minaccianti catene di Napoleone.
Scacco al Kaiser !
l'intelligente Guglielmo, giuoca colla morte rossa. E la guerra dà scacco al Kaiser!  La divina cattedrale di Reims è stata distrutta dalla muscolosa balordaggine dell'esercito tedesco.
Gli imperatori all'osteria.
E' l'epoca della vendemmia del sangue, grappoli umani dondolano al sole; la morte pigia.  Gli Imperatori hanno brindato parecchio!  E i ladruncoli ne approfittano a dovere. Sulla porta, l'ostessa fuma....pagheranno! L'ostia della macabra comunione ghigna sul calice rosso.
Gli imperatori all'osteria.
E' l'epoca della vendemmia del sangue, grappoli umani dondolano al sole; la morte pigia.  Gli Imperatori hanno brindato parecchio!  E i ladruncoli ne approfittano a dovere. Sulla porta, l'ostessa fuma....pagheranno! L'ostia della macabra comunione ghigna sul calice rosso.
Ecco il sangue italiano mio Imperatore !
Un fiume caldo e rosso scende dalla Galizia infernale: Ecco il sangue italiano, mio Imperatore !  dice la morte austriaca , ed offre uno schop al pio imperatore.  Fra le decorazioni di Francesco brilla la libica mezza luna.
Primo atto della danza macabra europea
Un gigantesco macabro burattinaio, muove il filo delle belliche marionette. Lo spinoso Arcangelo Guglielmo, mette a ferro e fuoco il suolo di Francia colla spada della giustizia divina. Seguono, il vecchio Francesco colla croce-forca, l'incendiario colla Pace: "Der Teufel" col 420 e la maschera teutonica che vomita culturale petrolio sul Belgio.
Il....confessore.
Il pio Francesco in devota gramaglia ascolta l'ultimo grido dei giustiziati "Evviva l'Italia !"  La terra è inondata di sangue e perciò la morte, scimmia fedele, lo aiuta nella bisogna.

FINE PRIMA SERIE








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